“Cibo e sfruttamento – Made in Lombardia”: l’intervento di Lule Onlus al rapporto di Terra!

L’incontro organizzato da Terra! – associazione ambientalista che promuove progetti e campagne per la giustizia ambientale, economica e sociale – il 5 Luglio presso Cascina Nascosta di Milano, ha visto tra i relatori Laurent Liebenstein – Coordinatore Lule per i progetti anti tratta e sfruttamento, per l’emersione nei territori di Mantova, Bergamo e Cremona, il quale ha condiviso azioni e strategie per le attività di contatto con le persone indotte nella nuova schiavitù delle filiere dell’agricoltura, presenti anche in Lombardia. Si è messo in evidenza la buona collaborazione con il Comune di Sermide e Felonica, portando anche alcuni risultati positivi di emersione in un’ ottica di lavoro multi-agenzia . Tra il pubblico non solo addetti ai lavori ma anche le istituzioni e il Comune di Milano.

Le azioni di Lule Onlus hanno collaborato alla realizzazione del Report di Terra! anche con le altre associazioni e gli enti presenti all’evento, hanno visto un’indagine immersiva di campo sulle filiere dei meloni, IV gamma (verdure e prodotti in genere freschi che, dopo la raccolta, sono confezionati in buste di plastica o simili), e sui macelli dei suini. In questa occaisone sono state presentate le azioni dei progetti Multitasking e Multitasking 2.0.

E’ scaricabile qui il nuovo rapporto di Terra! per tracciare una fotografia dei problemi della filiera agroalimentare, che colpisce in modo endemico il sistema di largo consumo.

Obiettivo: indagare le nuove forme di intermediazione che dall’approvazione della legge 199/2016, anti caporalato, hanno sostituito il caporalato tradizionale, nel settore agroalimentare nelle province di Mantova, Bergamo e Brescia.

Il report è stato costruito con interviste approfondite ad aziende agricole, sindacati, associazioni di categoria, associazioni che lavorano con migranti. Oltre a fare emergere le criticità di un settore, vengono evidenziati i modelli positivi  che si rintracciano in queste province, sia per il rispetto del lavoro che per  la qualità produttiva e commerciale praticata. Tra questi, il Consorzio agrituristico mantovano e l’azienda Ca’ Vecchia di Valter Cavalli, di Casalmaggiore.

Lo sfruttamento del lavoro si trasferisce a tutta la filiera agroalimentare, condizionata dai mercati internazionali, dalle catene commerciali, fino ai supermercati e dall’agroindustria, interessata a schiacciare la remunerazione della produzione del cibo, di origine agricola, cioè naturale. Cosi i coltivatori, le persone che lavorano, non vengono riconosciuti nei loro redditi. In questa situazione, i mercati contadini sono alternativi all’attuale sistema commerciale, perché garantiscono un buon cibo, di campagna e contadino, a prezzi sostenibili. Non solo, ma in questi luoghi è vissuta la dimensione sociale del rapporto tra produttori, acquirenti e qualità del cibo.


Il risultato di questo incontro è stato inoltre condiviso Giovedì 6 luglio a Mantova, presso la sede del Consorzio.

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