Partecipa a “Spesa Solidale”

L’emergenza CoronaVirus sta colpendo duramente tutti noi e ancora più duramente chi vive, da sempre, invisibile ai margini!

Partecipa a SPESA SOLIDALE!

Associazione LULE Onlus, attiva da oltre 20 anni nell’offrire supporto e assistenza a donne, minori e trans sfruttate e prostituite, sta raccogliendo alimenti di prima necessità da consegnare, in questo momento di totale isolamento, a queste vittime di tratta e sfruttamento sessuale.

Oggi, infatti, a causa della pandemia, queste persone, impossibilitate ad accedere alle prestazioni sociali istituite e prive di una rete familiare e sociale a cui far riferimento, rischiano di precipitare in condizioni di povertà estrema: la maggior parte di loro ci ha confessato di non avere neppure le risorse necessarie per poter fare la spesa!

COME ADERIRE?

Devi semplicemente scegliere cosa acquistare tra gli alimenti essenziali indicati nella seguente lista e, comunicando la tua adesione al referente che ti ha contattato per la raccolta, ti farà anche avere istruzioni pratiche relative al ritiro della tua Spesa Solidale.

COSA SERVE URGENTEMENTE?

  • pasta
  • riso
  • sugo
  • scatolame di qualunque tipo
  • crackers
  • pane a lunga conservazione
  • latte a lunga conservazione
  • sale
  • zucchero
  • olio
  • caffè
  • biscotti
  • Sapone, shampoo,detersivi

www.luleonlus.it/spesasolidale


Condividiamo con voi una testimonianza della coordinatrice dei nostri servizi di prossimità, i servizi che sono accanto da oltre 20 anni a chi si trova per strada. Anche in questo periodo continuiamo a svolgere il nostro lavoro e a cercare di dare voce a chi non ne ha.   

Caro COVID,
ti voglio ringraziare per le giornate che mi hai regalato ieri e oggi.
Grazie a te ho avuto la possibilità di partecipare a una catena di solidarietà che probabilmente in un’altra situazione si sarebbe attivata con molta più difficoltà, o forse ciò che oggi è accaduto non sarebbe mai stato possibile.
Ieri mi ha telefonato un collega di per segnalarmi la situazione di una persona sola che si trova da diversi giorni “prigioniera” della fame e dell’indifferenza che subisce sulla propria pelle ormai da anni.
Questa persona, mi spiega il collega, si trovava da giorni bloccata in un appartamento in cui era di passaggio (chi mi conosce sa che lavoro faccio e dunque di che cosa sto parlando) e in una situazione di completa indigenza, motivo per cui chiedeva un aiuto concreto per poter mangiare.
Ho sentito al telefono questa ragazza che mi ha raccontato di aver ricevuto da un vicino un pacco di riso qualche giorno fa e che stava razionando le porzioni per farlo durare più a lungo possibile mangiando una volta al giorno.
Mi ha vomitato addosso tutta la sua solitudine, esplosa ora, ma accumulata in anni di invisibilità, di soprusi, di offese, di stanchezza di non essere VISTA, o se vista solo per essere usata. La cosa incredibile è che questa persona vive in Italia da 20 anni… 20 anni di tutto questo esplosi in una richiesta grazie a te COVID.
Mi sono subito attivata e in questi due giorni, alla ricerca di una soluzione non semplice, a causa delle limitazioni negli spostamenti, ho avuto modo sia di confrontarmi con una persona completamente indifferente alla richiesta di aiuto, sia con una serie di persone che hanno reso possibile quello che io definisco un miracolo.
Ho trovato chi si è offerto di preparare un pacco con all’interno del cibo e “delle coccole”, chi per vicinanza al territorio si è offerto di portare fisicamente lì il pacco, chi ha telefonato per mobilitare Istituzioni, chi si è preoccupato di ottenere i permessi, chi ha offerto un aiuto anche eventualmente per i prossimi giorni, chi ha deciso di uscire dal proprio guscio per portarle spontaneamente qualcosa…
Insomma, caro COVID, oggi alle 16 mi è arrivato il messaggio di conferma “fatto”.. il pacco era stato consegnato e.. subito dopo un messaggio vocale della nostra cara T. che ringraziava, che diceva “Grazie, Dio ti benedica” con un filo di voce impastato insieme a qualcosa che stava divorando e che probabilmente aveva trovato nel pacco.
Solo dopo, quando ho iniziato a dare un riscontro a tutti della “missione compiuta”, ho scoperto che probabilmente quello che stava mangiando erano “le coccole”, cioè dei cioccolatini che Una persona ha deciso di mettere nel pacco e forse era quello che in quel momento era più urgente per T. : sentirsi rassicurata, coccolata, insomma, sentirsi umana e scaldata dalle attenzioni di un’umanità che non ha smesso di esserlo.
T. poi, ha girato il numero ad altre persone che si trovano nella stessa condizione e che hanno trovato il coraggio e l’umiltà di chiedere aiuto. Sono persone sole e fuori dal giro delle Istituzioni, non sono parte dei territori, perchè i territori fino ad oggi le hanno lasciate sui bordi.
Caro COVID, grazie dunque perchè il miracolo di oggi è stato per me qualcosa di meraviglioso, è stata una catena di solidarietà che ha coinvolto proprio tutti, tranne uno, che ha scelto di non godere di questa gioia condivisa, che ci fa sentire veri, prossimi, umani, legati, da qualcosa che va oltre la razza, la provenienza, la condizione di vita, o la grande fortuna di sentirci a casa ovunque siamo.
Grazie COVID perchè hai riportato al centro chi era ai margini…

Marzia (educatrice per Associazione LULE)