Segnaliamo con piacere ed orgoglio questa nuova iniziativa progettuale, finalizzata alla prevenzione dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, che vede Università degli Studi di Verona come capofila e LULE ONLUS tra i partner operativi per la Lombardia.
Una nuova sfida alla piaga del caporalato!!
Creare un modello di collaborazione a rete pubblico-privato finalizzato alla prevenzione dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. Questo l’obiettivo di FARm, il progetto dell’università di Verona che ha ricevuto un finanziamento di 3 milioni di euro dall’Unione Europea attraverso il fondo Asilo migrazione e integrazione, Fami, gestito dai Ministeri dell’Interno e del Lavoro.
Il progetto FARm vuole valorizzare un modello di rete pubblico e privato in Veneto, Trentino Alto Adige e Lombardia, con sistemi produttivi in agricoltura avanzati e con simili condizioni di sviluppo economico-sociale.
“FARm nasce dopo la pubblicazione di articoli sulla stampa locale veronese dedicati allo sfruttamento dei migranti in agricoltura attraverso le cooperative senza terra – spiega la professoressa Calafà -. L’idea di base del progetto è di portare a sistema diverse linee di intervento mediante la valorizzazione degli strumenti della Responsabilità sociale dell’impresa sui cui è fondato il Piano di azione nazionale impresa e diritti umani 2016-2021, trasformandone gli obiettivi in interventi concreti ed efficaci non solo per l’agricoltura nei territori considerati, ma per l’intero territorio nazionale e in settori produttivi diversi e ulteriori rispetto a quello dell’agricoltura grazie al supporto di una solida rete di supporto al progetto.
Grazie alla rete di competenze collegata a progetti di ricerca in corso e costruita ex novo durante la scorsa primavera, il gruppo di lavoro dell’università di Verona nei prossimi due anni perseguirà obiettivi complessi, ma socialmente davvero importanti. Tra questi, l’emersione di diverse situazioni di vulnerabilità attuale e potenziale nei contesti territoriali coinvolti nel progetto mediante la formazione e il supporto specialistico a presidi mobili chiamati a intercettare la popolazione a rischio di sfruttamento e caporalato fuori e dentro i luoghi di lavoro; il miglioramento dell’efficienza del sistema di intermediazione pubblico e privato del lavoro agricolo e la valorizzazione di un supporto mirato all’accesso delle vittime di sfruttamento lavorativo e popolazione a rischio al mercato del lavoro in agricoltura in condizioni di legalità mediante soluzioni innovative giuridico-organizzative e informatico-tecnologiche con il supporto delle Università coinvolte nel progetto; la promozione dell’autoregolazione responsabile delle aziende agricole e di una filiera dell’agricoltura responsabile mediante valorizzazione della Rete del lavoro agricolo di qualità con il supporto di modelli giuridici specifici di commercializzazione incentivata dei prodotti agricoli dei territori coinvolti dal progetto.
Video di presentazione da RAI News –> LINK