Il nostro ricordo dell’amica Elena Sachsel

Gentili amici

Venerdì 14 febbraio è scomparsa a Magenta (città che le ha dedicato una giornata di lutto cittadino) la Dott.ssa Elena Sachsel. Da sempre impegnata per i più deboli, in politica e nel volontariato, si è sempre messa in gioco in prima persona e senza tanti preamboli per andare verso le estreme periferie dell’umanità, verso i più poveri, gli ultimi.

Pediatra e figura di riferimento del mondo del volontariato e della cooperazione internazionale, la dottoressa Sachsel aveva 86 anni, la maggior parte dei quali spesi al servizio degli ultimi non solo in Italia, ma anche in Per? e Romania.

Elena è stata una delle persone presenti alla nascita della nostra associazione. Il suo aiuto è stato preziosissimo, dato che ci ha affiancati e aiutati ad avviare, soprattutto nella parte pratica, le attività sulla strada e di contatto con le etnie più difficili da approcciare (le ragazze nigeriane, in particolare). Ricordiamo il suo contributo non solo nell’organizzazione di una scuola gratuita di italiano per le ragazze di strada, ma anche di momenti di preghiera o svago che permettessero loro un contatto e relazioni anche al di fuori dell’ambiente di sfruttamento.

Ad una settimana dalla scomparsa, vogliamo ricordare Elena riportando un estratto del “diario” del suo impegno e slancio quotidiano verso le “periferie esistenziali”, diario in cui ricorda anche la sua preziosa e mai dimenticata esperienza in Lule, ma soprattutto dando spazio a parole, pensieri ed emozioni di chi, in LULE, ha avuto la fortuna di lavorare accanto a lei.

Buona lettura

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“Ho cominciato negli anni ?80, in cui iniziava la tossicodipendenza. Non c’era ancora nulla nelle strutture pubbliche e private. Con un gruppo di amici abbiamo fatto un’esperienza “folle” che, però, ha recuperato quasi tutti i ragazzi di cui ci siamo occupati.

Oltre che mettere a disposizione la mia stessa casa, abbiamo preso un appartamentino in montagna, dove noi ?operatori? a turno ci recavamo e ospitavamo un ragazzo alla volta, disintossicandolo e portandolo nella natura. Con loro c’era sempre la presenza di uno o due di noi.

Una volta disintossicati venivano inseriti per un certo periodo di tempo in famiglie “disponibili” per recuperare la loro autonomia. Le famiglie ospitanti erano prevalentemente del Movimento dei Focolari. Molti di quei ragazzi, oggi sono sposati, padri e madri felici”

Tappe successive

“Continuavo a sentire dentro di me il desiderio di “spendermi” sempre più per le persone in difficoltà. Un giorno mi hanno invitato ad una riunione dove ho appreso che cercano un medico disponibile per andare in Peru. Mi offro subito perchè è quello che aspetto. Dopo un breve periodo devo ritornare a causa della mia salute. Qui ritrovo il problema bollente del momento: anni 1990, gli immigrati.

Incontro un’associazione che si occupa dei problemi medici, legali, burocratici…dei problemi delle donne, dei nomadi, dei baraccati, dei prigionieri, delle leggi, delle culture e delle formazioni degli operatori interni ed esterni: il NAGA. Con loro ho vissuto un’esperienza meravigliosa, un’esperienza di frontiera, di fratellanza con persone di idee completamente diverse. L’ ho fatto per 20 anni il medico degli immigrati clandestini con diverse responsabilità fino a ieri. Mi hanno accettata come “cattolica” anche se quasi tutte le persone erano di convinzioni diverse dalla mia.

Negli anni ho partecipato a tanti gruppi di lavoro per i Rom e collaborato nella stesura di proposte di legge riguardo queste problematiche. Contemporaneamente ho vissuto l?esperienza con le prostitute straniere sulle strade con l?Associazione Lule. Una persona a me sconosciuta mi ha chiesto se volevo lavorare con loro; ha interpretato un mio desiderio interiore. Per molti anni sono andata ?sulle strade? offrendo alle ragazze amore disinteressato, ascoltandole, portando bevande calde, indumenti, la Bibbia in inglese, senza pretendere la loro liberazione: era per me un vero amore disinteressato.

Sulle parole “Farsi Prossimo” del Card. Martini di Milano, che chiedeva alle parrocchie un segno concreto di carità, con il parroco decidiamo di aprire una casa per l’accoglienza dei più poveri e disagiati. Il Comune acquista una cascina che era in vendita e la cede in gestione ad una Associazione nata dalla Caritas (AVAS Associazione Volontari Accoglienza e Solidarietà).Dopo anni di ristrutturazione, effettuata in parte da Volontari con la collaborazione di operai di varie professioni nasce, finalmente (nel 1994) la Casa d’Accoglienza Pronto Intervento per persone in difficoltà e disagio. Da allora, la Casa ha ospitato più di mille persone, uomini e donne: famiglie sfrattate, stranieri, disoccupati, italiani in difficoltà, ragazze madri, ammalati, ex tossicodipendenti, ex carcerati, ex alcolisti, ex psichiatrici. A gestirla, in collaborazione con i servizi sociali, siamo da vent’anni tutti Volontari. L’ottanta per cento dei nostri ospiti? ha risolto la propria situazione diventando autonomi. Oggi la Casa ospita più italiani che stranieri, famiglie sfrattate, esodati, giovani disoccupati senza casa e senza famiglia. Spesso, si può dire constato l’aiuto Provvidente di Dio e quanto per la nostra zona siamo un simbolo di fraternità. Noi volontari insieme, dalle più diverse idee politiche ci vogliamo molto bene.

Non ultimo l’impegno con l’Associazione “Cuore per Cuore” , che raccoglie fondi per i bambini abbandonati della Romania, che vivono in una “Casetta” a Macin, nella parte più povera della nazione, alle foci del Danubio. Sono dieci anni che manteniamo le nostra Casetta con attività di cooperazione internazionale, stimolata dal Comitato Pace del Magentino. E’ stato un impegno notevole andare personalmente dai Sindaci dei vari paesi per far conoscere questa realtà e sensibilizzarli e renderli partecipi e protagonisti di questo Progetto.

Nel corso degli anni ad Elena, con sua sorpresa, sono stati conferiti vari riconoscimenti: a Magenta San Martino d’oro, a Milano la Michetta d’argento, a S. Stefano Ticino La donna nel Volontariato.

L’ultimo premio ricevuto il 26 dicembre 2013 a S. Stefano Ticino, giorno della festa patronale, era rivolto alle Virtù Civili e l’ha particolarmente commossa. Nelle motivazioni e nella scultura regalatele ha visto qualcosa di significativo: “Hanno tratteggiato qualcosa della mia vita e ho sentito che era la realizzazione della mia vocazione nel Movimento dei Focolari come Volontaria di Dio. Ringrazio di tutto cuore Dio che mi ha fatto sperimentare, ancora da viva, il sapere d’aver testimoniato con la mia vita la Virtù civile e la vocazione della Volontaria”.

“Adesso sto sperimentando l’amore reciproco. Sono ormai disabile, ho le gambe e le braccia che non funzionano, non sono più autonoma. Posso vivere ora nella comunità per persone in difficoltà, nella Casa di Accoglienza di cui ho già parlato. Le persone fanno a gara nell’aiutarmi in tutto. Prima ero io per la Casa, adesso è la Casa per me. Tutte queste realtà le vivo con la Comunità del Movimento dei Focolari che mi sostiene e mi è vicino.”

Elena Sachsel